Nell’anno del ventennale del suo studio associato, Agostino Soave è diventato presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Salerno. È anche docente del Master in Diritto Tributario di un ente di formazione locale. Lo raggiungiamo nel breve tempo disponibile tra un appuntamento e l’altro.
Cosa significa, per la sua professione, ricoprire questo ruolo?
Avevo già ricoperto il ruolo di Consigliere Segretario nel precedente Consiglio dell’ODCEC di Salerno, ma questa carica mi assorbe maggiormente. Frequenti sono infatti gli incontri istituzionali con gli Enti territoriali – Agenzia delle Entrate, INPS, Confindustria, Università, Tribunale, per esempio. Poi c’è la partecipazione ai convegni ed eventi istituzionali. Vivo questo ruolo con grande senso di responsabilità e per questo le mie giornate lavorative sono diventate ancora più intense. Gli ultimi due anni hanno reso più evidente il quadro spesso disarmante che si trovano ad affrontare cittadini e imprese italiane e, per loro, i commercialisti chiamati a mediare un rapporto troppo spesso impari a sfavore dei contribuenti, con un fisco sempre più lontano dalla agognata semplificazione. Anche per questo, come Ordine ci siamo messi subito al lavoro per affrontare le diverse problematiche quotidiane che la base della categoria soffre maggiormente da sempre e che, con la pandemia, si sono acuite.
In cosa è specializzato il suo studio?
Il mio è uno studio multidisciplinare, commerciale e legale. I miei ambiti di riferimento afferiscono prevalentemente alla revisione legale, oltre che al tradizionale ambito fiscale e commerciale. Inoltre sono Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale e CT di parte per le imprese in particolare per il settore bancario.
Ci spiega meglio quest’ultimo aspetto della sua professione rispetto ai rapporti con le banche?
Come consulente specializzato in tale ambito, vengo spesso interpellato nella fase di contenzioso in casi di problematiche che insorgono tra i clienti e gli istituti di credito. I casi più tipici si verificano quando si configurano dei casi di usura o di anatocismo: allora il mio ambito di intervento attiene principalmente alla corretta rideterminazione degli estratti conto o delle quote/rate dei mutui.
Quali problematiche le sottopongono più spesso i suoi clienti?
Sicuramente negli ultimi due-tre anni – la crisi finanziaria prima, poi la pandemia e adesso l’evento bellico – hanno determinato una crisi economica per cui molte aziende sono in difficoltà. Il compito del commercialista oggi è dunque di supportare le imprese, che fronteggiano continui aumenti dei costi, dalle materie prime, ai trasporti, all’energia, con il conseguente assottigliamento degli utili. Molte aziende sono in crisi, altre falliscono e il nostro compito è quello di cercare di consigliarle e guidarle verso le scelte più appropriate per superare periodi come quello attuale.
Quale aspetto gestionale dunque è oggi da considerare in maniera imprescindibile per un’impresa?
La programmazione. Soprattutto in questa fase, è necessario che le aziende elaborino budget finanziari di medio-lungo termine, di almeno 6 mesi: si tratta di opportunità a disposizione dell’imprenditore per incidere sulle scelte e sulle strategie di sviluppo dell’azienda. In questo modo, si riesce a tenere sempre sotto controllo la continuità aziendale, vagliando i flussi finanziari che, in questi ultimi anni, sono mediamente ridotti proprio in conseguenza di una riduzione degli utili.
I suoi clienti solitamente si fanno guidare da lei? Seguono le sue indicazioni?
Tradizionalmente il cliente cerca di incidere, specie nella determinazione della dichiarazione dei redditi: ma l’obiettivo di un professionista serio è di farsi ascoltare e seguire. Solitamente, alla fine, a meno che il cliente non sia in seria difficoltà, segue le prescrizioni del professionista.