Avviso di accertamento, cosa succede se non me ne occupo

di Lodovico Poschi Meuron
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L’avviso di accertamento è l’atto con il quale l’ente impositore (Agenzia delle Entrate, in questo caso) ti comunica l’esito purtroppo negativo della della procedura di controllo della tua “posizione fiscale”, chiedendoti di corrispondere in poco tempo una determinata somma di denaro. 

Tale somma comprende il “quantum” non pagato, con gli interessi e le relative sanzioni. Queste ultime sono estremamente afflittive essendo, di regola, pari ad almeno il 90% della maggiore imposta accertata.

Avviso di accertamento, una contestazione “discrezionale” da parte del Fisco

L’avviso di accertamento è un atto impositivo che tuttavia può non significare nulla: come detto, siamo in presenza di una contestazione del tutto “discrezionale” da parte del Fisco contro la quale, per fortuna, l’imprenditore ha molteplici strumenti in mano per difendersi.

Nel momento in cui lo riceve, l’imprenditore ha davanti tre strade: impugnare l’atto e andare in giudizio, accettarlo e pagare le somme richieste, lasciar passare del tempo senza impugnare l’avviso nei tempi imposti dalle legge.

Ecco, delle tre quest’ultima è senza dubbio la cosa da non fare assolutamente. Infatti, saremmo portati a pensare che, trascorsi i termini per l’impugnazione, si avvierebbe l’iter della riscossione con la successiva notifica della cartella di pagamento. 

E invece no. L’avviso di accertamento diventa esecutivo trascorso il termine utile per presentare ricorso (60 giorni) e a quel punto la riscossione delle somme richieste sarà affidata all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, senza ulteriore notifica di un avviso o di un’intimazione di pagamento. Con la presa in carico da parte dell’agente della riscossione, senza preavviso da parte degli uffici, da un momento all’altro potrebbero partire le azioni esecutive/cautelari (pignoramenti iscrizioni ipotecarie, fermi amministrativi ecc.).

Avviso di accertamento, il percorso giudiziale come valido strumento di difesa

Recentemente lo stesso MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha reso noto che 1 volta su 2 il contribuente che ricorre in giudizio riesce ad annullare del tutto o parzialmente il suo debito col Fisco.

Questo deve insegnare che, per quanto possa sembrare complesso e incerto il percorso giudiziale, ad oggi il contenzioso rimane lo strumento che consente di avere le chance più concrete di ottenere il miglior risultato.

Prima di tutto, però, è necessario capire se l’avviso che è stato notificato si basa su fondati motivi. Come? Facendo verificare attentamente la legittimità o la presenza di errori formali e sostanziali dell’avviso di accertamento, in grado di inficiare la validità stessa dell’atto. 

Senza dimenticare che l’efficacia dell’avviso di accertamento dipende innanzitutto dalla sua corretta notificazione; infatti, ogni atto impositivo ha valore giuridico solo se regolarmente ed effettivamente portato a conoscenza del contribuente. 

 

 

 

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