Quando si dice che siamo un paese di furbetti basta guardare quello che è accaduto intorno ai bonus edilizi, soprattutto al superbonus 110%.
L’ultima mega truffa è stata scoperta in Campania: un giro di lavori mai eseguiti a parcheggiatori abusivi, pregiudicati e persone col reddito di cittadinanza.
E’ così scattato un maxi sequestro di beni per oltre 772 milioni euro e 143 persone indagate. Un detenuto a Santa Maria Capua Vetere avrebbe addirittura svolto lavori per 30 milioni di euro.
L’indagine è partita da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate sulla spettanza del bonus facciate per la realizzazione di interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici.
E’ la punta dell’iceberg di una questione, gli incentivi edilizi messo in campo lo scorso anno, che ha provocato un mare di polemiche.
Il motivo è presto detto: da provvedimento utile a rimettere in piedi un settore in crisi si è trasformato, in molti casi, in una gigantesca truffa ai danni dello Stato.
Secondo i dati del Governo, il superbonus ha di fatto tolto la trattativa sul prezzo, triplicando i costi di efficientamento.
Come conseguenza è esploso il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni.
Nel 2021 il valore delle cessioni del credito ammonta a quasi 19 miliardi
Secondo i dati di Agenzia delle Entrate, al 31 dicembre 2021, presso la piattaforma di scambio di cessione crediti fiscali rispetto ai bonus edilizi, sono transitati quasi 4,69 milioni di comunicazioni relative alla cessioni di crediti.
I numeri parlano di circa 3,2 milioni di rimborsi ai contribuenti, per un controvalore di oltre 18,9 miliardi di euro e di 3,1 milioni di rimborsi di imposte dirette, per oltre 2,5 miliardi di euro.
Un dato, fa notare l’Agenzia delle Entrate, “che rappresenta un risultato mai raggiunto in passato, con un aumento complessivo, rispetto al 2020, di circa 200 mila rimborsi erogati”.
Inoltre, sono stati gestiti circa 190 milioni di modelli di pagamento F24, per un controvalore di oltre 628 miliardi di euro.
Anche il Fisco all’attacco dei bonus edilizi
Insomma, qualcosa non è andato per il verso giusto.
Non è un caso che il nuovissimo Piao (Piano integrato di attività e organizzazione) messo a punto dall’Agenzia delle Entrate preveda che le cessioni del credito in edilizia costituiscano una “fonte d’innesco” dell’attività di controllo anti-evasione.
Il Piano prevede un recupero globale del sommerso di 14,8 miliardi nel 2022, che sale rispettivamente a 15,8 nel 2023 e 16 nel 2024.
L’Agenzia delle Entrate fissa come obiettivo quello di verificare il 60% delle cessioni dei crediti in edilizia.
E lo fa utilizzando come strategia di controllo 5 indicatori di rischio che diventeranno 8 nel 2023, quando la percentuale delle comunicazioni da esaminare dovrà salire al 70%.
Gli indici di analisi che fanno scattare la sospensione sono 5, nel 2021 gli alert sono stati 6, che a regime diventeranno 8. Mentre l’analisi dovrà essere in grado di verificare il 60% delle comunicazioni e, a regime, l’asticella dovrà essere portata all’80%.
Lettere di compliance, in tre anni 7,8 mln di comunicazioni.
Pronta anche una potente offensiva rispetto alle c.d. lettere di compliance, nelle quali si riportano le anomalie rinvenute nelle dichiarazioni dei redditi, riguardanti omissioni o infedeltà.
L’Agenzia delle Entrate le riscontra mettendo a confronto i dati dichiarati con quelli a disposizione all’interno delle proprie banche dati.
Proprio attraverso le comunicazioni di irregolarità, l’Agenzia delle Entrate conta di ridurre sensibilmente il tax gap.
Il tax gap è la differenza tra le imposte effettivamente incassate dalle Amministrazioni fiscali e quelle che si incasserebbero in un regime di perfetto adempimento spontaneo alla legislazione esistente.
L’attività, volta a favorire l’emersione delle basi imponibili ai fini delle imposte dirette e dell’IVA, è stata in gran parte sospesa nel 2020 a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19.
È poi ripartita nel 2021, così da accompagnare la graduale ripresa delle attività economiche e sociali.
Il programma triennale prevede un aumento sensibile dell’invio di comunicazioni.
Sono state 1,3 milioni nel 2021, raddoppieranno a 2,6 nel 2022, fino ad arrivare 3 milioni nel 2024.
Da questa attività l’Agenzia delle Entrate conta di recuperare oltre 7 miliardi di euro in tre anni.
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