Quando si apre un conto corrente all’estero si tende a pensare che le informazioni siano al sicuro e lontano da occhi indiscreti. Ma non è così. Lo dimostra anche una recente sentenza (ordinanza n. 25474/2022) della Corte di Cassazione che ha confermato la possibilità da parte dell’Agenzia delle Entrate italiana di utilizzare tutte le informazioni bancarie comunicate dall’amministrazione finanziaria estera (nel caso concreto, di quella francese).
I controlli sui conti correnti esteri si sono intensificati per contrastare il fenomeno di elusione fiscale internazionale, una piega che diventa sempre più pesante per le casse dello Stato Italiano.
Conto corrente estero, l’Agenzia delle Entrate ha accesso a tutte le informazioni
Dunque, nemmeno un conto corrente estero ti mette al sicuro da controlli. Per questo assicurati di averlo dichiarato al Fisco, altrimenti rischi sanzioni molto dure.
Oggi le attività di accertamento fiscale continuano a pieno ritmo e basta davvero poco per innescare un controllo.
A questo punto è importante fare attenzione perché l’accertamento può avvenire anche senza la necessità di verificare la validità dei dati bancari e soprattutto, anche se c’è stato un reato commesso dal dipendente della banca estera che ha rivelato illegalmente i nominativi del correntista italiano.
Insomma, neppure il diritto alla riservatezza e alla segretezza dei dati bancari ti può salvare e la situazione può diventare davvero tragica.
Devi sapere che il Fisco italiano gode di un potere accertativo “devastante”, potendo presumere (art. 12, comma 2, D.L. 78/2009) che tutte le disponibilità contenute sul conto corrente “occulto” siano frutto di evasione fiscale (c.d. presunzione di evasione).
A ciò si aggiunga che se il conto corrente si trova in “paesi a fiscalità privilegiata” (c.d. black list), la legge autorizza l’Agenzia delle Entrate ad attivare un controllo retroagendo di ben 8/10 anni (art. 12, comma 2bis, D.L. 78/2009).
Avviso di accertamento in arrivo? Non farti cogliere impreparato
Il rischio concreto è quello di vederti contestare l’evasione fiscale anche per annualità che, fino a quel momento, ritenevi “chiuse”, cioè non più “accertabili” dal Fisco.
Al termine dell’istruttoria, ti verrà notificato un invito a comparire o un corposo avviso di accertamento che ti consiglio di studiare attentamente con l’ausilio di un tributarista specializzato, che ti aiuterà a dimostrare l’infondatezza della presunzione utilizzata dal Fisco (c.d. prova contraria).
Ricordati, infatti, che, anche se il tuo diritto di difesa viene garantito dalla Costituzione (art. 24), non devi mai perdere l’occasione di esercitarlo nel modo migliore possibile e con il giusto supporto tecnico-giuridico.
Quasi sempre, una “cattiva” difesa equivale a una difesa “inutile” e come sai, questo è un argomento con il quale non si scherza.
Ad ogni modo voglio confermarti che la soluzione a queste richieste del Fisco esiste, ma il tempo è il tuo peggior nemico.
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