Con il controllo automatizzato il Fisco ha incassato nel 2021 5,22 miliardi di euro.
Una cifra enorme che rappresenta circa il 38% del bottino complessivo di recupero del sommerso, attestatosi a 13,8 miliardi stando ai dati resi noti dall’ultimo Def.
Insomma, con il Fisco non si scherza. Ed anche un minimo errore può costare caro. Un esempio? Barrare una casella sbagliata in dichiarazione per un bonus edilizio non ammesso.
Il contribuente deve dunque prestare grande attenzione.
L’Amministrazione finanziaria dispone infatti di uno strumento molto potente: il controllo automatizzato, la forma più soft di accertamento fiscale.
Esso consiste nella correzione degli errori materiali e di calcolo commessi nella compilazione della dichiarazione fiscale.
Errori rilevati grazie all’introduzione di sistemi telematici utilizzati quale mezzo di trasmissione delle dichiarazioni, che rendono immediatamente disponibili le informazioni in esse contenute.
La modalità di controllo automatizzato è la forma più soft di accertamento fiscale (leggi qui per approfondire).
Al contribuente non si contesta di aver presentato una dichiarazione infedele (cioè con dati non veritieri), bensì solo di aver commesso irregolarità nella sua redazione o, comunque, nel versamento delle imposte.
5,2 miliardi di incassi nel 2021 con il controllo automatizzato
Nonostante ciò, nell’ambito generale dei controlli fiscali risulta ormai evidente la centralità di tale tipologia di accertamento, che si è trasformato in un potente strumento nella lotta all’evasione fiscale.
Basti pensare che, su oltre 40 milioni di dichiarazioni fiscali presentate nel 2021 tra 730, Iva, Irap e Redditi, l’Amministrazione finanziaria ha incassato qualcosa come 5,25 miliardi di euro.
A conti fatti questa cifra rappresenta circa il 38% del bottino complessivo di recupero del sommerso, attestatosi a 13,8 miliardi stando ai dati resi noti dall’ultimo Def.
L’importo supera gli incassi da riscossione che lo scorso anno si sono attestati a 4 miliardi, ovviamente più bassi per effetto delle sospensioni dei pagamenti accordate per far fronte all’emergenza Covid.
Gli obiettivi del 2022, il target è di 14,8 miliardi
Per il 2022 l’obiettivo principale nel Piano organizzativo delle Entrate è di recuperare dall’evasione fiscale 14,8 miliardi di euro.
E questograzie soprattutto all’ottimizzazione dei controlli in materia tributaria.
A queste si aggiungeranno iniziative congiunte con la Guardia di Finanza e altre Amministrazioni finanziarie estere per potenziare le attività di analisi.
L’obiettivo? Contrastare la sottrazione all’imposizione delle basi imponibili, mappare territorialmente i fenomeni evasivi e predisporre i rispettivi piani di intervento anche con modalità integrata.
Del resto, oggi l’Amministrazione finanziaria non si limita più alla semplice verifica dei dati esposti all’interno della singola dichiarazione, attività peraltro non semplice e banale.
Essa effettua veri e propri controlli incrociati tra dichiarazioni diverse, sia presentate dallo stesso soggetto, sia presentate da soggetti diversi.
È il caso, ad esempio, del controllo delle ritenute d’acconto che l’imprenditore attesta di aver subito e che, di conseguenza, ha scomputato dall’imposta da versare.
Tale verifica avviene analizzando, soprattutto, quanto dichiarato (nelle certificazioni uniche e nei modelli 770) dagli stessi clienti/committenti dell’imprenditore.
La comunicazione di irregolarità, alias “avviso bonario”.
In passato le somme che risultavano dovute a seguito di liquidazione dei tributi venivano direttamente iscritte a ruolo e comunicate al contribuente tramite cartella di pagamento.
Oggi, invece, se dal controllo automatizzato emerge un risultato diverso da quello indicato in dichiarazione, l’esito della liquidazione viene preventivamente comunicato al contribuente.
Come? Attraverso la notifica di comunicazione di irregolarità, nota anche come avviso bonario.
A questo punto il contribuente ha 30 giorni di tempo per fornire i necessari chiarimenti all’Agenzia ed evitare così inutili iscrizioni a ruolo e le connesse cartelle esattoriali.
Ma attenzione. Non è affatto certo che le determinazioni dell’Agenzia delle Entrate contenute nell’avviso bonario siano sempre esatte.
Anzi, spesso e volentieri, è proprio l’Amministrazione finanziaria a commettere errori.
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