Lo studio commercialista Rossi di Fidenza (Parma) è attivo dagli anni Settanta. Fondato da Giampiero, oggi è portato avanti da Daniela e Silvia. In circa cinquant’anni di attività, sono molte le aziende cresciute ed evolute grazie alla consulenza della famiglia Rossi.
Daniela, com’è cominciata l’attività del vostro studio?
Il nostro è uno studio storico. Ha iniziato l’attività mio padre negli anni Settanta, poi siamo entrate io e mia sorella Silvia. Ho iniziato a lavorare nello studio nel 2003 con il praticantato e mi sono abilitata come Dottore commercialista nel 2007. Silvia è entrata nel 2012 dopo aver lavorato per alcuni anni in una importante società di revisione. Abbiamo differenziato il nostro percorso formativo per portare all’interno dello studio esperienze e competenze diverse.
Che tipologia di clienti avete? Che rapporto avete con loro?
Lavoriamo in particolare con piccole e medie imprese di svariati settori. Alcune collaborano con noi dagli anni Settanta dalla nascita del nostro studio. Tanti clienti sono anche di “seconda generazione”: sono giovani che hanno preso in mano l’azienda dei genitori o che aprendo una propria attività hanno deciso avvalersi dello stesso studio commercialista dei loro genitori. Naturalmente altre aziende si sono poi aggiunte negli anni. Con loro abbiamo un rapporto di grandissima fiducia reciproca che si è consolidato negli anni.
Quali sono i principali timori e le preoccupazioni che riscontra negli imprenditori che segue?
In questo particolare periodo storico c’è una grande incertezza. C’è stato prima il Covid, poi la crisi internazionale. Questo influenza tutto. Cala la domanda, si fa fatica a reperire i materiali, i cui prezzi sono sempre più alti e, purtroppo, a causa del Covid, tante aziende hanno visto calare i loro clienti. Questo rende difficile la programmazione, che è essenziale. È quello che dico sempre a tutti i nostri clienti: bisogna programmare per riuscire a reagire nei momenti di difficoltà e di cambiamento.
Come ha supportato nel tempo le aziende che hanno attraversato momenti di crisi d’impresa, sia in ambito fiscale che bancario e commerciale?
Ogni caso è a sé stante perché ogni impresa ha le sue peculiarità. Penso il segreto stia nel riuscire ad intercettare con anticipo i segnali di crisi per avere il tempo di studiare il modo di rispondere alla difficoltà. Come già detto, fondamentale è la programmazione. È questo che cerco di fare con i miei clienti. Se si riescono a capire per tempo i segnali di crisi, è possibile dialogare con le banche per trovare il modo di mantenere una certa liquidità, che è fondamentale. Per farlo è necessario essere credibili agli occhi della banca, facendo vedere quali azioni si intendono mettere in atto per uscire dalla situazione di crisi e di difficoltà. Altro tema è quello del rapporto con l’Agenzia delle Entrate e, in questo caso, è possibile studiare piani di rateizzazioni.
Quali sono i 3 consigli che darebbe alle aziende in questa delicata fase storica?
Programmazione: siamo in una fase di cambiamento e se non lo si riesce a cogliere, si esce dal mercato. Serve programmare. Serve capire cosa genera fatturato e cosa no, serve analizzare i bilanci per poter capire come rispondere alle evoluzioni sempre nuove del mercato. Se non lo si fa, il mercato, lentamente ma inesorabilmente, ci metterà all’angolo.
Tecnologia e formazione: le nuove tecnologie aiutano tantissimo le aziende, aiutano ad abbattere i costi e a essere competitivi sul mercato. Presupposto fondamentale è la formazione del personale che deve essere preparato per utilizzare tutti i nuovi strumenti che ci vengono messi a disposizione.
Etica: la correttezza premia sempre, anche nel rapporto coi dipendenti. È fondamentale creare le giuste condizioni di lavoro per mettere le persone nella miglior situazione possibile per svolgere la propria attività.
Photo: Pexels / Fauxels