Decreto aiuti, il Governo alza la soglia per rateizzare i debiti in modo automatico

di Lodovico Poschi Meuron
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L’ultimo decreto aiuti varato dal Governo Draghi contiene alcuni provvedimenti a sostegno degli  imprenditori alle prese con debiti di natura fiscale. 

Per arginare la tempesta che potrebbe scatenarsi a breve servirebbe molto di più. Ma intanto vediamo le misure adottate in questo primo pacchetto di aiuti.

Da 60 a 120 mila la soglia per ottenere la rateizzazione senza dimostrare lo stato di crisi

Innanzitutto, è stata alzata da 60 a 120 mila euro la soglia entro la quale si può ottenere la rateizzazione in modo “automatico”, senza, cioè, dover fornire alcuna documentazione.

Tale importo di 120.000 euro si calcola considerando la somma degli importi residui delle sole cartelle/avvisi ricompresi nella richiesta di rateizzazione.

Non ci sarà quindi più bisogno di dimostrare lo stato di difficoltà dell’azienda, ma sarà sufficiente presentare un’istanza all’Agenzia delle Entrate.

Rate non pagate, adesso si può arrivare fino ad otto

Durante il Covid l’imprenditore poteva saltare il pagamento fino a dieci rate consecutive, scese a cinque una volta cessata l’emergenza. Adesso, con il recente decreto aiuti il Governo le riporta salomonicamente a otto.

Infine, il nuovo comma 3-ter all’articolo 19 D.P.R. n. 602/1973 viene incontro alle situazioni in cui il contribuente si trovi con scarsa liquidità.

La decadenza dal beneficio della rateazione di uno o più carichi non preclude al debitore la possibilità di ottenere la dilazione del pagamento di carichi diversi da quelli per i quali è intervenuta la decadenza.

Nei prossimi giorni sarà possibile chiedere la dilazione per debiti iscritti a ruolo compresi in ciascuna richiesta fino a 120.000 euro accedendo al servizio “Rateizza adesso” con le credenziali SPID, CIE e CNS, disponibile sul proprio sito internet.

Dopo aver presentato la richiesta di dilazione in completa autonomia si riceverà via email un piano di pagamenti fino a 72 rate, senza la necessità di allegare ulteriore documentazione.

Le nuove disposizioni contenute nel decreto aiuti si applicano esclusivamente ai provvedimenti di accoglimento emessi con riferimento alle richieste di rateazione presentate a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto (legge che, si ricorda, è entrata in vigore il 16 luglio 2022).

In caso di decadenza dal beneficio della rateazione concessa a seguito di richieste presentate fino al 16 luglio 2022, il carico può essere nuovamente rateizzato se, alla data di presentazione della nuova richiesta, le rate scadute sono integralmente saldate.

In questo caso, al nuovo piano di dilazione si applicano le nuove disposizioni.

Dunque attenzione. Dal 16 luglio per richiedere la rateizzazione delle cartelle all’Agenzia delle Entrate Riscossione, i contribuenti dovranno adesso utilizzare la nuova modulistica pubblicata sul sito istituzionale dell’Ente.

Scadenza rate 2021, in arrivo un esercito di nuovi decaduti?

Ma sembrano gocce nel mare in questa torrida estate 2022.

Il 9 maggio scorso 1 imprenditore su 2 non ha pagato le quattro rate 2020 della rottamazione ter, decadendo da qualsiasi beneficio concesso dalla pace fiscale.

Fra un paio di settimane è prevista la seconda scadenza, quella relativa alle quattro rate 2021 (approfondisci qui).

Ma, con un quadro economico che va peggiorando, c’è da chiedersi quanti imprenditori riusciranno a far fronte a questo impegno, conservando quindi i benefici della rateizzazione.

Ricordiamo che, in ogni caso, per continuare a godere della pace fiscale occorrerà saldare anche le quattro rate 2022, la cui scadenza è stata fissata al prossimo 30 novembre.

Il mancato pagamento delle rate 2021 sarà un’altra drammatica deadline per decine di migliaia di imprenditori.

Chi non ce la farà a pagare non solo sarà fuori dalla rottamazione, ma dal giorno successivo rischia di vedersi recapitare a casa un’intimazione di pagamento.

Chi non pagherà nei canonici “5 giorni” va incontro alle cosiddette procedure cautelari e/o esecutive, come l’ipoteca sugli immobili, il pignoramento del conto corrente o dello stipendio.

 

Photo cover: iStock / z_wei

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