Meglio soli o… bene associati? Il parere di Fabrizio Ferrari, commercialista di Cremona

di Annarita Cacciamani
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Com’è cambiata la professione di advisor? E perché si sceglie la formula dello studio associato? Le risposte di un professionista che crede negli imprenditori e nelle loro capacità innovative

Il commercialista è oggi diventato un consulente che supporta l’imprenditore nella gestione aziendale. Lo sa bene Fabrizio Ferrari, dottore commercialista di Cremona, che ha scelto di svolgere la professione in maniera associata in modo da poter dare, in collaborazione coi colleghi, una consulenza a 360 gradi ai propri clienti.

Fabrizio, lei svolge la professione di dottore commercialista da tempo. Come è cambiata nel tempo questa figura così preziosa per le imprese?

La nostra professione è cambiata in meglio sotto l’aspetto tecnico scientifico, grazie allo sviluppo delle scienze economiche di base e applicate che possono supportare efficacemente la consulenza economico finanziaria. Basti pensare ad esempio alla diffusione e utilizzo delle banche dati e dei software applicativi e gestionali. È peggiorata, invece, sotto l’aspetto della burocrazia statale e fiscale che, più di un tempo, grava la gestione delle attività economiche di ulteriori costi e spesso scoraggia l’iniziativa imprenditoriale.

Lei fa parte dello Studio Associato Pedroni di Cremona. Perché la scelta di costruire uno studio associato?

Ho creduto all’associazione tra professionisti fin dall’inizio della mia attività. Ritengo che lo studio associato sia la formula professionale che meglio supporta la consulenza ai clienti. Da un lato questo garantisce una larga estensione delle competenze professionali in grado di rispondere efficacemente alle molteplici richieste dei clienti e dall’altro favorisce, attraverso il continuo confronto interno fra i professionisti associati, una maggiore crescita della qualità professionale dei servizi offerti. A ciò si aggiunge la consapevolezza e la tranquillità di poter contare sull’aiuto e sulle rispettive competenze di ciascun associato per poter appunto fornire consulenza a tutto tondo.

Quali tipologie di clienti seguite?

Uno studio associato come il nostro si rivolge e segue soprattutto le piccole e medie imprese che rappresentano la quasi totalità del sistema economico in città e provincia, senza peraltro trascurare l’assistenza fiscale anche ai privati. Collaboriamo inoltre con il Tribunale e gli altri organi giurisdizionali nella gestione delle procedure relative alle crisi aziendali. Inoltre, ricopriamo incarichi nei collegi sindacali e come revisori legali nelle società tenute a tali obblighi. Far parte di una realtà tutto sommato piccola come Cremona ci impone di coprire la maggior parte delle aree di consulenza professionale.

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Photo: iStock / AmnajKhetsamtip

Oggi uno dei problemi più grandi da affrontare è l’aumento dei costi, in particolare di quelli energetici. Quali sono le preoccupazioni più grandi che riscontra negli imprenditori?

Direi soprattutto l’incertezza nel futuro e il timore di cambiamenti improvvisi: questo si traduce, tra l’altro, nella quasi impossibilità di predisporre piani aziendali e budget attendibili. Si tratta di preoccupazioni comprensibili, per un aumento dei costi energetici aziendali che possono rivestire la natura di costi generali o speciali di prodotto. È un aumento che spesso non può essere bilanciato da un analogo incremento dei prezzi di vendita, specie quando ci si confronta in mercati esteri dove la concorrenza non patisce queste dinamiche inflattive, per lo meno non ai nostri livelli. Da quanto però ho osservato nelle varie aziende clienti, gli imprenditori hanno sempre cercato di mettere in atto strategie e contromisure per superare l’attuale fase, dimostrando indubbie doti di resilienza e di capacità innovativa.

Quali consigli darebbe a un’azienda giovane che vuole crescere?

Innanzitutto, direi in generale che noto nei giovani imprenditori scarsa iniziativa nel campo dell’industria e dell’artigianato, a scapito della tendenza a operare in settori che si ritengono, a torto, di più facile gestione, come commercio e ristorazione. Qualunque sia il tipo di attività svolta, consiglierei di valutare sempre con attenzione in quale fase della vita economica si trova la propria azienda e di agire di conseguenza, in modo che ogni scelta imprenditoriale sia ragionata e coerente con il posizionamento aziendale che si vuole mantenere o raggiungere.

 

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