Intervista a Giuseppe Arleo, commercialista esperto in finanziamenti e incentivi per le imprese: «L’imprenditore italiano ha sempre un humus di inventiva e flessibilità per uscire dalle crisi. Ma la presenza di un commercialista come consulente è sempre più preziosa».
Offrendo servizi di progettazione e rendicontazione di finanziamenti pubblici, nonché consulenza alle imprese e agli enti pubblici su tematiche relative ai fondi europei, Giuseppe Arleo ha un quadro piuttosto preciso della competitività delle nostre aziende, specie in un momento delicato come questo. È anche autore della Guida agli incentivi per le imprese edita da Il Sole 24 Ore.
Da ragazzino sognava di fare il commercialista? È figlio d’arte?
Ho sempre avuto passione per i numeri e la matematica. Durante gli studi universitari mi ha molto appassionato la finanza aziendale e l’economia e gestione delle imprese. Ho poi fatto una tesi, nel lontano 2001, sull’impatto della New Economy sulla crescita dei Paesi. Non sono figlio d’arte, tutt’altro. Mio padre è un chimico e mia mamma era una imprenditrice.
In breve studi ed esperienze professionali.
Mi sono laureato in Economia all’Università degli Studi di Salerno. Dopo il tirocinio e il superamento dell’esame di abilitazione a Dottore Commercialista, ho cominciato subito la libera professione concentrandomi sulla finanza e sugli incentivi alle imprese. Nel 2005 ho fondato lo studio Arleo & Partners che oggi ha sede a Battipaglia (Salerno) e Roma.

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Fa parte del pensatoio Competere.eu. Qual è il suo ruolo e come aiuta in concreto le aziende?
Siamo una community di analisti, professori, ricercatori e professionisti che collaborano con imprese e istituzioni. Sono coordinatore dell’Osservatorio Next Generation.eu attraverso cui divulghiamo studi e statistiche periodiche, insieme ai fellow di Competere.
Quanto sono competitive le nostre aziende rispetto a quelle di altri Paesi europei?
Le imprese italiane stanno attraversando un notevole momento di difficoltà, ormai è risaputo come i consumi sono in diminuzione e la concorrenza di prodotti non sempre qualitativi va ad erodere le quote di mercato. L’imprenditore italiano ha sempre un humus di inventiva e di flessibilità che sicuramente lo porterà a venir fuori dalla situazione. In tutto ciò la presenza di un commercialista al suo fianco, con una consulenza attenta e temporalmente giusta è di sicuro supporto.
Quanto incide la pressione fiscale sul loro sviluppo?
La pressione fiscale incide tantissimo sugli utili e credo sia arrivato il momento, in maniera concreta, di aiutare il mondo delle imprese con una politica equa in linea con la tassazione delle imprese straniere concorrenti.
Chi sono i suoi clienti?
Sono esclusivamente le imprese, di varia dimensione e natura e hanno sede sul territorio nazionale ed europeo.
Guardando all’operato del nuovo governo, che genere di interventi aiuterebbero il sistema produttivo a crescere?

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Il nuovo esecutivo sta sostenendo sfide da far tremare i polsi, a cominciare dalla difficoltà energetica per famiglie e imprese. A mio avviso però la sfida maggiore è la buona gestione dei fondi del PNRR sui quali, come una spada di Damocle, pendono le riforme essenziali per il rispetto dei milestone e dei target. Una riforma che cerchi di sburocratizzare la Pubblica Amministrazione sarebbe un grande aiuto per la buona gestione dei fondi. Non dimenticherei inoltre una forte revisione del codice degli appalti, una incisiva azione sulla formazione dei dipendenti pubblici alla gestione dei fondi, una politica fiscale più equa.
Se le dico competitività e crisi aziendale, cosa mi dice?
Competitività e crisi aziendale fanno parte della vita di ogni impresa e molte volte si affrontano entrambe. La differenza tra resistere o meno sta in come vengono affrontate le due fasi di vita ma sicuramente in tutto ciò diventa doveroso da parte della politica e delle Istituzioni cercare di essere vicini agli imprenditori.