In questa torrida estate 2022 il Fisco non va in vacanza.
È tempo di rientrare dopo i due anni di stop causati dalla pandemia, nei quali accertamento e riscossione sono stati praticamente azzerati.
La riscossione è ripresa a ritmi vertiginosi ed entro fine anno l’obiettivo è arrivare a quota 18 miliardi.
Così come, lato Agenzia delle Entrate, è in corso una massiccia attività di accertamento che in questi mesi porterà a oltre 535mila controlli alle imprese.
Eppure, soprattutto le piccole e medie imprese stanno attraversando uno dei momenti più difficili degli ultimi anni.
Solo pochi giorni fa, il Sole24Ore ha parlato di 700mila imprese sull’orlo del fallimento, che metterebbe in ginocchio, fra lavoratori diretti e indotto, una platea di oltre 2 milioni di persone.
Una prospettiva drammatica, che nessuno si augura anche per la tenuta sociale del paese.
Il fisco non va in vacanza, entro l’8 di agosto le rate 2021 della rottamazione ter
Anche per quanto concerne i debiti fiscali entra nel vivo un’estate di fuoco, e non solo a causa delle temperature record.
Per moltissimi imprenditori il periodo tradizionalmente dedicato alle ferie rischia di trasformarsi in un percorso ad ostacoli tra scadenze da rispettare, nuovi atti in arrivo e debiti rimasti in sospeso.
Si avvicina a grandi passi la seconda tappa del vero e proprio tour de force in cui sono coinvolti centinaia di migliaia di contribuenti che intendono rientrare nella pace fiscale.
Solo così potranno mantenere le rateizzazioni concordate a suo tempo con Agenzia delle Entrate Riscossione.
La proroga del saldo e stralcio e rottamazione ter ha riguardato una platea di circa mezzo milione di contribuenti che avevano aderito, salvo poi essere decaduti per aver saltato delle rate negli anni dell’emergenza Covid.
Le rate in questione si riferiscono agli anni 2020 e 2021.
Il calendario stabilito dal decreto sostegni di febbraio scorso, per mettersi in regola e rientrare nella pace fiscale è molto fitto: e c’è una scadenza fissata all’8 di agosto, segno che il Fisco non va in vacanza.
Una prima scadenza rottamazione ter era fissata al 9 maggio scorso, quando si doveva far fronte alle rate 2020.
Il prossimo 31 luglio – che in realtà diventa l’8 di agosto con i canonici 5 giorni di tolleranza – si dovranno versare i pagamenti relativi alle rate 2021.
Attenzione, per non perdere i benefici della rottamazione non si deve saltare nessuna scadenza
Ma attenzione. Per mettersi in regola rientrando nel Saldo e Stralcio (così come nella Rottamazione-ter), occorre saldare le vecchie rate ma anche versare quelle nuove, riferite al 2022, entro il 30 novembre.
Per chi ritorna nella pace fiscale sfruttando le nuove finestre di pagamento, si interrompono le procedure esecutive eventualmente avviate in questi primi mesi dell’anno in cui sono arrivate le relative cartelle esattoriali.
Non si restituiscono però le somme eventualmente già versate.
Il mancato o tardivo pagamento entro i nuovi termini comporta invece la decadenza dalla pace fiscale, con la ripresa delle procedure esecutive.
Un fallimento annunciato: ecco perché
La riapertura dei termini della rottamazione ter e saldo e stralcio era stata decisa per dar modo ai tantissimi imprenditori (oltre il 40% del totale) che non erano riusciti a saldare il proprio debito nel dicembre 2021.
Ma in occasione della finestra del 9 maggio è andata ancora peggio perché 1 contribuente su 2 non è riuscito a mettersi in pari.
La spiegazione di questo ennesimo flop è quanto mai semplice.
Come abbiamo visto, il Fisco ha richiesto agli imprenditori di pagare fino al 60% del proprio debito entro novembre 2022.
Facciamo un esempio.
Un imprenditore con un debito di 130 mila euro, ridotto a 100 mila con gli sconti previsti dalla pace fiscale, si è trovato a dover pagare questo importo in sole tre scadenze molto ravvicinate tra loro (30 aprile, 31 luglio e 30 novembre).
Numeri alla mano, poiché con la rottamazione si saldava il 20% del debito ogni anno, in soli sei mesi l’imprenditore si ritrova a dover sborsare 60 mila euro, pari al 60% del suo debito.
La metà di loro è già decaduta non avendo pagato la rata di maggio e a questo punto lo scenario che si prospetta non lascia presagire nulla di buono.
In mezzo ad una crisi che viene da lontano, aggravata da due anni di pandemia e dagli effetti devastanti della guerra in Ucraina, come possono le aziende saldare i propri debiti con il Fisco?
Serve più tempo per pagare, se no sarà il caos
La crisi di liquidità è un ostacolo enorme per tanti imprenditori che cercano con tanti sforzi di mandare avanti la propria attività e nello stesso tempo si portano dietro debiti fiscali importanti.
Ed ecco che torna drammaticamente d’attualità il rischio di intimazioni di pagamento e i pignoramenti per chi è già decaduto (o lo sarà a breve) dai benefici della pace fiscale.
Il Governo deve fare la sua parte concedendo più tempo agli imprenditori per mettersi in regola.
In questo non aiuta l’entrata in vigore dal 15 luglio del nuovo codice della crisi, che si porta dietro tante novità dei rilievo come i nuovissimi strumenti finalizzati alla ristrutturazione del debito o i concordati preventivi con transazione fiscale.
Ma altre preoccupanti, come i nuovi alert del Fisco che fanno scattare la crisi addirittura con debiti superiori a 5 mila euro.
Un provvedimento, questo, che in un momento come questo rischia davvero di mandare al collasso l’intero sistema produttivo italiano.
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