Gli studi di settore adesso si chiamano I.s.a., cosa cambia per il contribuente

di Lodovico Poschi Meuron
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I nuovi studi di settore si chiamano adesso I.s.a., abbreviazione di Indicatori sintetici di affidabilità. Ma cosa cambia per il contribuente?

Non poco. Gli I.s.a. infatti sono stati pensati per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale non già per mezzo di strumenti repressivi, bensì mediante il riconoscimento di crescenti benefici ai contribuenti monitorati.

E questo in proporzione al loro livello di “affidabilità fiscale”, cioè alla propensione spontanea all’adempimento degli obblighi tributari (c.d. tax compliance). 

In altri termini, gli Isa hanno una forte componente premiale per i contribuenti che si adeguano. 

Ma facciamo un passo indietro e spieghiamo cosa sono gli Studi di settore che, sebbene ormai superati, trovano ancora applicazione per i periodi d’imposta sino al 2017.

Elaborati mediante la raccolta di dati contabili ed extracontabili relativi a determinati settori merceologici (commercio, servizi, manifatture e professioni), essi rappresentavano uno strumento, su base statistica, per il calcolo dei ricavi o dei compensi medi presunti.

Riguardavano un dato periodo d’imposta con riguardo a una determinata attività d’impresa o a un singolo professionista, in relazione al settore di appartenenza e all’ambito territoriale di attività.

Come detto, a decorrere dal periodo d’imposta al 31 dicembre 2018 gli Studi di settore sono stati sostituiti dagli Indicatori sintetici di affidabilità (cd I.s.a.).

I.s.a., strumento per contrastare l’evasione con una componente premiale

Qual è la differenza fra uno strumento di controllo e l’altro? Diciamo che non è affatto banale.

Pensati per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale, gli I.s.a. agiscono non per mezzo di strumenti repressivi, bensì mediante il riconoscimento di crescenti benefici ai contribuenti monitorati.

Questo in proporzione al loro livello di “affidabilità fiscale”, cioè alla propensione spontanea all’adempimento degli obblighi tributari (c.d. tax compliance).

In altri termini, gli Isa hanno una forte componente premiale per i contribuenti che si adeguano.

Essendo un istituto di recentissima introduzione, manca ancora una casistica giurisprudenziale  idonea a farci comprendere quali potrebbero essere i vizi dei futuri avvisi di accertamento fondati su questo nuovo strumento di controllo.

Proviamo ad andare più a fondo.

Sia I.s.a. che gli ex Studi di settore si basano su un metodo statistico per analizzare dati e informazioni relativi a più periodi d’imposta su cui verificare la normalità e la coerenza della gestione fiscale del libero professionista o dell’impresa oggetto di monitoraggio.

Indice sintetico, che cos’è e a cosa serve?

Più nello specifico, muovendo dall’individuazione di gruppi omogenei di imprese o di lavoro autonomo (c.d. modelli di Business o cluster), l’indice sintetico è dato dalla media semplice di una serie di indicatori elementari.

Indicatori che si quali si fondano sulla plausibilità dei compensi, sull’affidabilità dei dati dichiarati e su eventuali anomalie economiche riscontrate.

Facciamo un esempio.

Nel caso di un libero professionista, si pensi a un avvocato, uno degli indicatori elementari di maggiore significato è il rapporto tra compensi dichiarati e compensi stimati.

Sulla base di questo rapporto gli Uffici assegnano un punteggio da 1 a 10. Stesso discorso per gli altri indicatori.

Il riscontro della correttezza dei comportamenti fiscali, espresso tramite il punteggio da 1 a 10, consentirà di individuare i contribuenti più affidabili e tributariamente “credibili”.

Ad essi saranno riservati trattamenti premiali di varia natura.

Uno di questi, molto significativo, è, ad esempio, l’esclusione della possibilità per il Fisco di utilizzare il “redditometro” per accertare sinteticamente il reddito complessivo. Ma ce ne sono altri.

È importante sottolineare il fatto che un avviso di accertamento eventualmente emesso in violazione di tali esclusioni, ove operanti, sarà sindacabile dinanzi al Giudice tributario competente.

Attenzione però a presentare correttamente il modello I.s.a.

La sua corretta compilazione è di fondamentale importanza, tenuto conto del fatto che, in caso di errori, l’Agenzia delle Entrate potrebbe applicare le conseguenti sanzioni.

Ancora più grave è la mancata presentazione del modello I.s.a.. In questo caso il Fisco potrebbe avviare controlli specifici per verificare la regolarità delle tue dichiarazioni.

Come detto, la recente introduzione di questi nuovi indicatori non ci permette di avere una casistica rilevante.

Ma dai primissimi casi che ci sono stati sottoposti sono già emersi diversi errori in cui l’Agenzia delle Entrate potrebbe incorrere.

Sia in termini di corretto riconoscimento dei benefici premiali, sia in ordine al buon governo delle cause di esclusione dall’applicazione degli Isa.

 

Photo Cover: Pixabay/mohamed_hassan

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