Quando un imprenditore rischia di ricevere un’istanza di fallimento? Ecco le 3 domande da farsi

di Lodovico Poschi Meuron
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Se l’imprenditore è in stato di insolvenza (ovvero non riesce a fare fronte ai propri impegni finanziari) può ricevere la più terribile delle notifiche: l’istanza di fallimento da parte di un creditore.

Può farlo un fornitore privato, un dipendente o un collaboratore che non riceve i propri onorari/emolumenti, può farlo lo Stato nelle sue varie forme sia locali (Comuni, province, città metropolitane, ecc) sia nazionali (Agenzia entrate e riscossione, Inps, ecc) .

Cosa accade quando si riceve un’istanza di fallimento?

Non giriamoci intorno, è un dramma!

È l’inizio delle operazioni concorsuali che possono portare alla liquidazione dell’impresa e , in alcuni casi, del patrimonio, anche quello personale.

Viene da chiedersi: “C’è rimedio?”

Quando può arrivare un’istanza di fallimento?

Anche se oggi non temi che possa arrivarti un’istanza di fallimento ciò che ci si deve chiedere è:

  • Si hanno debiti di un certo rilievo?
  • Non si riesce a pagare tutto e tutti?
  • Il Fisco e l’INPS hanno parecchi crediti a proprio nome?

In questo caso se attendere l’istanza di fallimento non è (ancora) la morte dell’impresa, sarà la sua (probabile) annunciazione.

Ma se si è risposto SI ad almeno una delle tre domande qui sopra, è bene chiedersi:

  • perché aspettare un evento drammatico quando si può ancora evitare?
Fisco, INPS, Debiti, Istanza di fallimento: un connubio mortale per le imprese!

Le medicine curano le malattie e sono utilizzate dai medici specialisti a cui tutti noi ci affidiamo, anche per malattie non drammatiche o mortali.

Gli istituti di risanamento del debito (leggi qui per approfondire) sono invece le medicine che curano (definitivamente) la malattia più grave dell’impresa: il debito col Fisco (e non solo).

 

Photo Cover: Pixabay/www_slon_pics

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