La professione di consulente del lavoro presenta sfide legate a scadenze e richiede formazione continua. Tuttavia, offre molte opportunità di interagire con imprenditori e affrontare diverse attività: ce lo racconta Luca Furfaro
Specializzato nella gestione del personale di startup innovative, titolare dello studio omonimo a None (Torino) e autore di saggi su tematiche di welfare e lavoro, Luca Furfaro con il suo team aiuta anche i giovani professionisti che vogliono iniziare la carriera e che condividono valori etici e professionali.
Partiamo dalla sua formazione accademica e professionale: come ha deciso di intraprendere quest’attività?
Il mio percorso accademico è passato attraverso la facoltà di scienze politiche dell’Università degli studi di Torino. Tale facoltà ha, successivamente, creato lo specifico corso in consulenza del lavoro proprio per la necessità di unire materie tecniche, giuridiche – ma anche umanistiche – ed essere in linea con le necessità di questa figura professionale. Ovviamente, oltre alla formazione accademica, è stato necessario il periodo del praticantato professionale che mi ha fatto conoscere la figura di consulente del lavoro nei suoi aspetti più pratici. A questo ovviamente andrebbe aggiunta la tantissima formazione effettuata negli anni per specializzarsi e aggiornarmi su materie d’interesse professionale.
Oggi qual è il suo ruolo?
Il mio ruolo è quello di consulente del lavoro: affianco le aziende in tutte quelle che sono le necessità operative per la gestione delle risorse umane, con una visione che spazia su temi di sostenibilità, welfare e innovazione tecnologica. Questi stessi argomenti sono poi oggetto di studio per la redazione di articoli, libri e convegni sull’argomento.

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Quella del consulente del lavoro, come tutte le professioni, ha aspetti positivi e altri più faticosi. Qual è la sua esperienza?
Tra gli aspetti negativi si possono citare sicuramente le continue scadenze, problematica che accomuna le professioni che hanno contatti con la pubblica amministrazione. Un calendario scandito da tutte le scadenze potrebbe sicuramente favorire e facilitare il lavoro, ma non è mai riuscito ad essere oggetto di una riforma organica e razionale che tenga conto degli aspetti tecnici, ma anche della necessità della conciliazione vita-lavoro per i professionisti. Per quanto riguarda invece gli aspetti positivi ve ne sono molteplici: in primis abbiamo una continua formazione che si affianca ad un contatto costante con imprenditori ed altri professionisti che accrescono il bagaglio culturale in maniera trasversale. Inoltre, la mia professione offre la possibilità di svolgere una varietà di attività, scoprendo sempre qualcosa di nuovo e affrontando sempre tematiche diverse, sia con un approccio tecnico che con riferimento ad argomenti più sociali.
Com’è cambiata negli anni la professione e quali sono le attività che la contraddistinguono?
Come tutte le attività produttive i tempi moderni hanno dettato delle tempistiche molto ristrette nella comunicazione e nelle risposte. Tale velocità si inserisce però in un contesto di estrema incertezza normativa, dettata dalla necessità di essere sì veloci, ma in un ambito complesso come quello lavorativo. Oggi si cerca di legiferare velocemente per rispondere alle esigenze, ma l’applicazione pratica necessita di chiarimenti, elementi operativi e aggiornamento delle procedure; questo porta, alcune volte, a doversi spingere nell’interpretazione della norma o a cercare di completarla per risolvere una casistica non ancora affrontata. Il rischio è di voler strafare, non specializzandosi, e provando a offrire soluzioni standardizzate per tutte le attività.
In che modo instaura rapporti di fiducia con i suoi clienti?
Io penso che la fiducia in un professionista si basi su due aspetti: la preparazione e l’onestà. Per tale motivo è necessario far comprendere al cliente quanto si è preparati sui temi che sono di suo interesse e farlo entrare in contatto con i valori del professionista e dello studio.
Quali servizi offre il suo studio?
Ci occupiamo di tutto quello che riguarda la gestione del personale, dal payroll alla consulenza specialistica. In particolare, abbiamo un importante focus sull’innovazione intesa sia dal punto di vista tecnologico che sociale. Per questo motivo lavoriamo molto nel settore del welfare aziendale, dello smart working, per startup innovative ma anche nella gestione degli espatriati.
Che consigli darebbe oggi a chi guida un’azienda, in un contesto così complesso?
Occorre affidarsi a professionisti specializzati, purtroppo il mondo digitale ci mette di fronte, anche nel settore professionale, a molta “pubblicità ingannevole” con promesse di soluzioni semplici. Ma se le soluzioni fossero semplici, senza eludere norme imperative, tutti le farebbero proprie.
E a un giovane consulente del lavoro che intenda intraprendere la sua attività?
Consiglio di ragionare su come vuole intendere la professione, su come vuole anche affrontarla, magari associandosi o rifacendosi a colleghi che hanno già esperienza e struttura. Anche il mio studio sta cercando di aiutare giovani professionisti che voglio iniziare la professione e che condividono valori etici e professionali.