Marisa Benzi: ≪Digitalizzazione e consulenza sono il futuro della professione del commercialista»

di Annarita Cacciamani
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Tecnologia, digitalizzazione e consulenza. Secondo Marisa Benzi, dottoressa commercialista dal 1995 con studio a Fiorenzuola d’Arda (in provincia di Piacenza), queste sono le sfide future per i commercialisti. Una professione che nel corso degli anni si è totalmente trasformata, andando ben oltre la classica gestione della contabilità.

 

Quando nasce il suo studio commercialista e quale tipologia di clienti segue?

Lo studio nasce nel 1995 e si rivolge da sempre soprattutto alle piccole e media imprese, offrendo consulenza aziendale e fiscale e servizio di contabilità. Oggi lo studio è composto di circa 10 risorse (tutte femminili) tra dipendenti e collaboratrici.

Come ha visto cambiare nel tempo la sua professione?

La professione del commercialista dal 1995 a oggi è cambiata notevolmente, sia come organizzazione di studio che come adempimenti richiesti dalle normative e dai clienti. Per esempio, nel 1995 in studio avevamo il fax, e solo successivamente sono iniziate le mail. Utilizzavamo le banche dati: la più famosa era IPSOA, che era composta da tomi a fogli mobili, e a ogni aggiornamento andavano sostituite le pagine precedenti. I primi anni le dichiarazioni fiscali erano consegnate direttamente in posta. Oggi siamo costantemente in contatto con tantissime persone, anche se non fisicamente, e abbiamo a disposizione una quantità enorme di dati che dobbiamo solo organizzare al meglio. Un tempo però era tutto più lento: si aveva la possibilità di avere più contatti con la clientela. Oggi è tutto molto più frenetico, gli incontri con i clienti sono sempre meno in presenza. Anche le fatture, con l’avvento della fatturazione elettronica, non vengono più consegnate dai clienti in studio ma arrivano direttamente su piattaforme online e vengono registrate direttamente. In studio è quasi scomparsa del tutto la carta, con molto più ordine ed efficienza. Insomma, un insieme di punti positivi e negativi: difficile dire se era meglio prima o adesso.

Quali sono le sfide che aspettano i commercialisti nel prossimo futuro?

Il futuro della professione è già iniziato: sarà sempre meno basato sulla contabilità, quindi dovremo sicuramente andare verso la consulenza alle aziende. Gli argomenti di consulenza sono parecchi: da tutti gli adempimenti previsti dal codice della crisi (e quindi controllo di gestione, budget di tesoreria etc.), al bilancio sostenibile, alla finanza agevolata solo per fare qualche esempio. Sicuramente sarà uno studio sempre più strutturato e sempre più collegato ad altri colleghi con varie forme,  come reti o società tra professionisti. Un ruolo determinante lo avrà sicuramente la digitalizzazione degli studi. Ho sempre investito molto in tecnologia: siamo stati uno dei primi studi in cui tutte le postazioni di lavoro sono dotate di doppi schermi, e c’è un’ottima collaborazione con il principale fornitore di software: spesso mi presto al ruolo di tester di nuovi prodotti.

Dal suo punto di vista, la crisi energetica e gli aumenti delle materie prime come stanno impattando sulle imprese?

Sicuramente l’effetto è molto negativo e c’è una forte incertezza. Non sono solo le aziende produttive a risentire degli aumenti delle materie prime. Con un tasso di inflazione che sfiora il 12%, chiaramente sono penalizzate tutte le aziende. Basti pensare all’aumento dell’affitto e del carburante. Ora il prezzo dell’energia si sta stabilizzando e speriamo che rimanga tale nel prossimo futuro.

Quali sono le principali preoccupazioni che riscontra nelle aziende?

La principale preoccupazione a mio avviso è proprio la costante incertezza che per motivi diversi ci accompagna da fine 2019. Prima due anni di pandemia con pesanti ripercussioni sia sulla salute sia sull’economia delle aziende, poi la guerra tra Ucraina e Russia con esiti ancora imprevedibili, l’aumento del costo del denaro che mette ancora più in difficoltà la scarsa liquidità di questi periodi.

Quali consigli si sentirebbe di dare oggi a un’impresa che vuole crescere? Ce ne può indicare tre?

In questo momento di forte instabilità è difficile dare dei consigli a una nuova impresa. Tuttavia consiglierei di cercare di avere un’ottima conoscenza del settore economico in cui si vuole investire (oggi non è ammessa l’improvvisazione), attenzione all’ organizzazione aziendale, determinazione da parte dell’imprenditore e sicuramente consulenti preparati necessari per affrontare le varie problematiche.

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