Parmigiana, lavora come commercialista dal 1993. Libera professionista da sempre, collabora con lo studio Venturini – Lamberti Zanardi – Salati da oltre un anno.
Patrizia Franchi è specializzata nel dare consulenza societaria e fiscale a società a responsabilità limitata di piccole e medie dimensione e ad aziende del settore Ho.Re.Ca (ristoranti e bar). Collabora inoltre con ApeTime, una rivista digitale e portale di servizi dedicati alla visibilità e al marketing di locali, bar, hotel con cocktail bar e aziende produttrici. «Sono convinta – dice – che ogni azienda abbia bisogno di una consulenza personalizzata. Per questo motivo cerco di capire le esigenze del cliente e di trovare la soluzione migliore per lui».
Patrizia, lei svolge la professione di commercialista da circa 30 anni. Come è cambiata nel tempo questa figura professionale?
Quando ho iniziato, le cose erano ben diverse da oggi. Intanto la mancanza di digitalizzazione portava a un lavoro più lento, più a misura d’uomo. Gli adempimenti erano meno numerosi e i rapporti con i clienti – più frequenti – erano una parte molto importante del lavoro. Con il passare del tempo gli adempimenti fiscali sono aumentati per numero e complessità. Le aziende hanno iniziato ad avere sempre più bisogno di una figura professionale che le aiutasse nella complessità della normativa. Continuamente oppressi da adempimenti burocratici e fiscali, la figura del commercialista è quasi stata snaturata: spesso si ha difficoltà a trovare il tempo per fare una consulenza personalizzata e mirata a soddisfare le esigenze del proprio cliente. Questi ultimi sono stati anni di grandi cambiamenti. La digitalizzazione della professione ha portato a velocizzare il lavoro puramente contabile.

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Questo consente di poter dare ai propri clienti una consulenza molto più mirata. Il commercialista può e deve affiancare e aiutare il cliente nella gestione dell’impresa a 360 gradi. Quindi, non solo tributaria ma anche, finanziaria, economica, amministrativa e di marketing. Oggi le aziende non chiedono solo di essere seguite negli adempimenti fiscali: serve una consulenza più specializzata anche dal punto di vista giuridico, economico e finanziario. Un elemento che non dovrebbe mai mancare nella nostra professione è il sapersi rapportare con i propri clienti, parlare la loro lingua e trovare le migliori soluzioni caso per caso.
Tra i suoi servizi, troviamo quello di consulente per le aziende del settore Ho.Re.Ca. Come si conciliano le attività di routine con la parte di consulenza agli imprenditori?
Diventa fondamentale l’organizzazione dello studio e la gestione del tempo. Velocizzando il lavoro di routine – con tecniche organizzative mirate a evitare sprechi e utilizzando strumenti in grado di semplificare la gestione contabile delle aziende – si riesce a gestire bene la consulenza. Credo che oggi il commercialista debba garantire ai propri clienti un valore aggiunto, dato appunto dalla consulenza mirata e personalizzata.
Quali sono i principali timori che riscontra nelle aziende che segue?
La paura più grande è quella del fallimento. La precarietà economica data dalla pandemia e dalla guerra ha creato sfiducia, soprattutto nelle piccole e medie imprese che stanno cercando di risollevarsi.
Qual è stato l’impatto dei recenti aumenti del costo delle materie prime e dell’energia sulle aziende Ho.Re.Ca che segue?
L’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia grava pesantemente sulla produzione e su tutta la catena distributiva, mettendo a dura prova le aziende. L’inevitabile crescita dei prezzi porterà a un calo dei consumi per le aziende anche se, nonostante il momento di grande incertezza, c’è chi sta cercando di contenere i prezzi.
Come ha supportato nel tempo le aziende che hanno attraversato momenti di crisi d’impresa, sia in ambito fiscale che bancario e commerciale?
Leggi il box 3 TIPS dedicato alle soluzioni proposte da Patrizia Franchi