Oltre che consulente del lavoro e formatore con esperienza pluriennale, Rossella Quintavalle è presidente e responsabile scientifico del Centro Studi Interprofessionale Hdemia delle Professioni. Per Top Advisors, Rossella delinea la situazione economica, soffermando l’attenzione sulle criticità delle imprese che vivono questo momento storico, senza tralasciare la burocrazia e le normative fiscali del settore del lavoro.
Quando si parla di situazione economica, conviene ricordare che un aumento del prodotto interno lordo (ricchezza prodotta dall’Italia) favorisce nuove assunzioni. Quello del costo del lavoro – ancora troppo elevato rispetto agli altri Paesi d’Europa – è un tema delicato e complesso, a cui i nostri politici sono chiamati a garantire una risposta adeguata per assicurare alle imprese lo slancio produttivo necessario.
Chi è Rossella Quintavalle?
È una donna determinata che quando guarda indietro può affermare di avere soddisfatto vita e lavoro come aveva auspicato. Sono consulente del lavoro e presidente di Hdemia delle Professioni. Scrivere è sempre stata la mia grande passione fin da piccola, essendo figlia di due scrittori, e ho avuto la fortuna di poterla mettere in pratica collaborando, nel corso della vita lavorativa, con importanti case editoriali. Ho iniziato copiando le “cartelle” delle minute dei libri dei miei genitori con una “Olivetti 22” e non mi sono più fermata. Quella che sarebbe stata la mia professione non l’avevo sognata oppure immaginata; è subentrata in seguito al primo lavoro che mi è capitato per necessità presso uno Studio di Commercialisti. È bastato poco perché mi appassionassi alle materie del lavoro del fisco.
All’inizio ho vissuto molta gavetta, avevo sete di imparare. Ho iniziato prima nel campo fiscale per poi passare a quello del lavoro. A posteriori sono contenta di aver approfondito le due materie per un semplice motivo: per fornire una buona consulenza occorre la necessaria conoscenza della materia fiscale. Agli inizi il mio sogno era di lavorare con quelli che erano i miei “idoli” nel settore della Consulenza del Lavoro e l’ho soddisfatto. Mi sono creata molte amicizie nel campo, sono stata vicepresidente dell’Associazione Nazionale dei Consulenti del Lavoro di Roma per poi fondare una mia associazione a scopo formativo – “Hdemia delle Professioni” – che ormai da dieci anni vanta centinaia di incontri presenziati da molti fra i più qualificati relatori romani, ed è seguita da molti amici che stimo e che mi stimano. Nonostante mi senta abbastanza preparata, non mi appassiona essere relatrice. La mia celata timidezza mi permette di scrivere ma non di relazionare…
Come si articola Hdemia delle Professioni?
L’associazione, senza scopo di lucro, è stata fondata nel 2012: per dare maggiore “voce” al genere femminile, mi sono avvalsa di 20 donne professioniste per la sua costituzione. Hdemia delle Professioni è un’associazione nata dalla volontà di alcune donne tenaci che, forti delle proprie esperienze professionali, hanno voluto unire le proprie competenze per creare un Centro Studi di approfondimento coordinato da esperti di diversi ambiti professionali e lavorativi. Il socio che partecipa ai nostri eventi ha modo di sviluppare e applicare, all’interno dell’Associazione, uno spettro ampio e integrato di abilità e comportamenti che riflettono il suo background, l’esperienza personale e professionale e non solo. Gli eventi di Hdemia sono divenuti nel tempo luogo di aggregazione e di amicizie e i soci possono sempre contare su un confronto diretto con i relatori.
Mi posso ritenere soddisfatta anche per ciò che riguarda la mia famiglia, con due figli che hanno intrapreso professioni diverse: il maschio è un bravo fisioterapista e la femmina una brava fotografa.
Qual è la sua formazione accademica e professionale?
Le mie basi sono quelle del Liceo Classico, il Virgilio a Roma, per poi conseguire una Laurea in “Economia, Finanza in Diritto per la Gestione d’Impresa”. Nella tesi ho affrontato il “Trattamento di fine mandato degli Amministratori di Società e il trattamento fiscale delle altre collaborazioni di tipo autonomo”. Ma la vita di un bravo professionista è tutta studio e ricerca per affrontare la giungla di norme che intralcia i quotidiani adempimenti nel campo dell’amministrazione del personale. Non mancano quotidiane problematiche da affrontare con la giusta grinta e consapevolezza, elementi necessari per rimanere al fianco dell’imprenditore e restare un professionista aggiornato, sul quale il cliente può sempre contare.
Aspetti negativi e positivi della sua professione?
Aspetti positivi sono i riscontri che ho ottenuto nei due ambiti professionali: quello di consulente del lavoro e presidente di Hdemia delle Professioni e quello di redattrice di articoli. Gli aspetti negativi sono concentrati nell’amarezza di sentirmi, a volte, uno strumento da parte delle istituzioni che opera per loro conto, oltre a dovermi confrontare con i vari istituti previdenziali o assicurativi che non aiutano il nostro lavoro, facendoci trovare davanti un muro anziché stabilire un rapporto di collaborazione reciproca attraverso la quale lavoreremmo di meno, sia noi sia loro.
Servono specifiche competenze per chi comincia questa professione e quali sono gli strumenti fondamentali da conoscere?
A oggi, per l’Iscrizione all’Ordine dei Consulenti del Lavoro, occorre possedere una laurea triennale o quinquennale riconducibile agli insegnamenti dei dipartimenti di Giurisprudenza, Economia, Scienze Politiche. Oppure il diploma universitario o la laurea triennale in consulenza del lavoro e svolgere un tirocinio di 18 mesi. Questi i requisiti richiesti senza i quali non si può accedere a questa professione. Ma ciò che è reso obbligatorio per svolgere la professione da solo non basta. Bisogna farsi le ossa sul campo e servono anni di esperienza prima di potersi reputare abbastanza capace di offrire una consulenza a 360 gradi; purtroppo i dubbi restano comunque a causa di un mondo normativo intrigato come quello di oggi, e decisamente ricco di libere interpretazioni. Il mio consiglio è sempre quello di non basarsi sulle svariate interpretazioni diffuse, oggi come mai sul web, ma di ricorrere sempre alla fonte. Occorre inoltre una enorme pazienza e savoir faire per non scontentare mai il cliente meritevole: non tutti i clienti lo sono.
Come si svolge la sua professione attualmente e in che cosa si contraddistingue?
Dopo decenni di professione il punto di forza è quello di saper ascoltare il cliente guidandolo nella legalità, al risparmio e all’espansione dell’attività attraverso i consigli più efficaci e la conoscenza di ogni norma; non intraprendere strade “traverse” per raggirare le norme, il che sarebbe facile ma disonorevole per un professionista che tale si voglia reputare.
Per avviare un’attività è indispensabile un commercialista. Perché?
Se ci si vuole dedicare alla propria professione – e non si hanno basi fiscali a sufficienza e quotidianamente aggiornate – il supporto di un commercialista è inevitabile ed essenziale. Non si può essere onniscienti nella vita, a ciascuno la sua specialità: il consulente del lavoro deve fare il consulente del lavoro e il commercialista deve fare il commercialista.
Le tappe principali nella storia del suo studio?
Ho iniziato come lavoratrice subordinata con tanta voglia di imparare e di crescere. Dopo qualche anno credevo di essere insostituibile tanto che il mio titolare diceva sempre: «Qui ci vorrebbero tre Rosselle». Ma non è così. È vero invece che tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile e l’ho imparato alla mia prima esperienza di lavoro dove, per quanto fossi così indispensabile come mi avevano fatto credere, quando sono andata via dal posto di lavoro per alcune divergenze, non sono stata mai interpellata su nessuna pratica da me seguita. Al secondo lavoro, ho iniziato sempre da subordinata ma nel frattempo ho fatto il tirocinio, superato gli esami di Stato e ottenuto il titolo per l’iscrizione all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Roma. Dopo poco sono divenuta socia dello studio stesso che mi aveva assunto. Dopo anni di associazione professionale è prevalsa la volontà di tornare “single” perché non sempre gli amori durano per sempre. Senza dimenticare la voglia di decidere individualmente: con il trascorrere del tempo prevale sulla condivisione di interessi.
Quali sono i servizi che offre come professionista?
Preferirei puntare su un’unica parola: “Consulenza”. Perché la parte tecnica, cedolini, eccetera, quella ripetitiva mensile, oggi la fanno tutti e anche a prezzi competitivi.
Che tipo di clientela segue?
Professionisti, piccole, medie e grandi aziende e poi ci sono sempre gli amici e gli amici degli amici quando hanno bisogno di un consiglio.
Quale rapporto instaura con i suoi clienti? Sono disposti a seguire i suggerimenti?
Se non avessi con loro un buon rapporto e se loro non lo avessero con me, non staremmo “insieme”. Oggi è facile cambiare consulente e trovarne ovunque a prezzi popolari, soprattutto da quando le case di software hanno iniziato a diventare “cedolinifici”. Sono una persona disponibile, non mi faccio desiderare e i clienti sanno sempre come contattarmi quando hanno bisogno: da me trovano un pronto riscontro e la immediata presa in carico della problematica del momento.
Quali timori emergono in questo momento storico e quali sono le preoccupazioni che riscontra negli imprenditori che segue?
Purtroppo i timori permangono nei confronti del benessere imprenditoriale della clientela che, come me, ha passato momenti difficili. Ma insieme abbiamo e stiamo ancora superando le difficoltà, risalendo rapidamente la china e rivedendo il Sole.
Come concilia le sue attività di routine con la parte di consulenza agli imprenditori?
La routine è ormai piccola cosa in confronto allo studio quotidiano necessario in un mondo del lavoro che cambia costantemente. Per la mia persona, invece, rubo tempo al lavoro così posso dedicarmi agli articoli, ai miei piccoli hobbies e alla famiglia.
Quali consigli ha proposto alle aziende che hanno attraversato momenti di crisi?
Più che consigli, si è trattato più che altro di vere e proprie sedute psicologiche, ascoltando le loro difficoltà e cercando di trovare i mezzi e gli istituti necessari che il momento richiedeva.
Che suggerimenti vorrebbe dare agli imprenditori, specialmente a coloro che vivono situazioni delicate?
Per ciò che riguarda il mondo del lavoro, consiglio di farsi seguire da consulenti competenti e disponibili. Loro sapranno trovare le soluzioni giuste ai problemi. Credo fortemente che, anche in un momento difficile dell’economia e in un mercato maturo estremamente competitivo, continui ad esserci spazio per chi vuole differenziarsi affermando valori quali la competenza, la specializzazione, l’eccellenza, la diversità, l’onestà, la dignità e la trasparenza. Tutto questo rappresenta il valore aggiunto fondante, al quale occorre puntare per dare una risposta di eccellenza ai nostri interlocutori. E per fare la differenza.