Quando stile di vita e redditometro non vanno d’accordo. Si discute molto del rapporto fra stile di vita e redditi dichiarati al Fisco. Una materia complessa, su cui esiste anche molta giurisprudenza, ma che spesso è oggetto di contestazione da parte del Fisco visto e considerato che, ai sensi dell’art. 38 del D.p.r. 660/73, l’Agenzia delle Entrate può procedere con la ricostruzione sintetica del reddito, che può basarsi sulla capacità di spesa del soggetto sottoposto a verifica.
Se Stile di vita e redditometro non vanno d’accordo
In soldoni. Come riesci a mantenere uno stile di vita se la dichiarazione dei redditi dice il contrario? Questo è uno dei casi in cui l’Agenzia delle Entrate potrebbe muoverti una contestazione e inviarti un avviso di accertamento.
È possibile difendersi? E in che modo lo si può fare in modo efficace?
Occorrerà dimostrare mediante prova contraria che il soggetto era effettivamente nelle condizioni economiche di poter sostenere quelle spese.
Partiamo dall’inizio. In sede di selezione deve essere attribuito a ogni contribuente il life stage risultante dalla cosiddetta “famiglia fiscale” presente nell’anagrafe tributaria.
Famiglia fiscale e famiglia anagrafica: quando non coincidono
Essa è determinata in base ai dati delle dichiarazioni presentate dai contribuenti e, pertanto, costituita dal contribuente, dal coniuge, dai figli e dagli altri familiari fiscalmente a carico.
La famiglia anagrafica comprende anche i figli maggiorenni e gli altri familiari conviventi, nonché i conviventi di fatto, non fiscalmente a carico.
È possibile, quindi, che la “Famiglia fiscale” non coincida con la “Famiglia anagrafica”. Pertanto, prima di procedere alla verifica, l’ufficio dovrebbe svolgere necessari riscontri sulla situazione familiare del contribuente, per evitare la selezione di chi, con il reddito complessivo dichiarato dalla famiglia, giustifica in pieno la sua capacità di spesa.
Purtroppo, invece, l’Agenzia delle Entrate non verifica queste circostanze e procede alla notifica di un avviso di accertamento che spesso getta nel panico e nello sconforto l’imprenditore o il professionista che lo riceve.
In capo al contribuente l’onere di dimostrare la sua capacità di spesa
Resta in capo al contribuente la prova contraria volta a dimostrare che in realtà godeva di una capacità di spesa ben maggiore di quella contestata, sulla base del reddito della famiglia fiscale.
Questo concetto è basilare per una difesa efficace in caso di accertamento mediante “redditometro”, ed è stato ripreso più volte dalla giurisprudenza della Cassazione (Cass. n. 22025/2017).
Concetto ribadito a più riprese anche dalla giurisprudenza di merito che ha chiarito: “È illegittima la pretesa conseguente all’applicazione del redditometro che, avendo natura meramente presuntiva, può validamente consentire la prova contraria del contribuente in ordine alla sussistenza della famiglia fiscale e/o della pregressa disponibilità finanziaria per il sostenimento del reddito sinteticamente determinato” (Ctr Lombardia, Sentenza n. 209/2013 della sez. dist. Brescia, Sez. LXIII).
Quindi, ogni volta che subisci un controllo basato sul “redditometro”, ricorda sempre che si può e si deve dimostrare la capacità contributiva di tutto il nucleo familiare e non solo della persona sottoposta a verifica.