La transazione fiscale all’interno del concordato preventivo, grande opportunità per gli imprenditori in crisi

di Lodovico Poschi Meuron
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Con la transazione fiscale per gli imprenditori alle prese con crisi fiscali e previdenziali anche importanti si apre una fase nuova.

Il vecchio codice fallimentare se ne va in pensione e contestualmente l’odioso appellativo “fallimento” e “fallito” usciranno per sempre dal vocabolario del legislatore.

Un segnale di speranza in un contesto che invece risulta particolarmente complesso e carico di incognite. 

Ecco la la soluzione: il concordato preventivo con transazione fiscale

Il concordato preventivo con all’interno la transazione fiscale può trasformare quindi il debito in opportunità di risanamento.

Facciamo un esempio. 

Poniamo che un imprenditore lamenti una situazione debitoria complessiva di 2.000.000 di euro. Per evitare la liquidazione e ripartire è necessario un accordo transattivo con i fornitori, verso cui l’esposizione è circa  800.000 euro, e con il Fisco a cui l’imprenditore deve circa 1.200.000 euro.

Ecco un’ottima strategia. Innanzitutto avviare un ricorso avverso le cartelle esattoriali pendenti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Poi, dopo breve tempo dal ricorso, presentare un concordato preventivo con proposta di transazione fiscale per ridurre il debito con l’Erario dell’80% e rateizzare il residuo in 4 o 5 anni.

Alla fine, l’imprenditore potrebbe versare ai fornitori una somma di 240mila euro (con uno sconto di ben 560 mila) e al fisco 240.000 risparmiando la cifra monstre di 960 mila euro. 

Pertanto, da una debitoria di 2 milioni di euro complessivi l’imprenditore pagherà, in 5 anni, appena 480mila euro.

Ecco cosa significa strategia vincente: cogliere tutte le migliori opportunità per ottenere il massimo risultato: in questo caso, presentare una proposta di transazione fiscale ancora più favorevole per l’imprenditore.

In sintesi. La transazione fiscale consente di ridurre il Debito Fiscale e Commerciale, anche superiore a 500mila euro, dell’80% e pagare il restante 20% in 4 o 5 anni, tornando ad essere un imprenditore libero e un contribuente sano.

La transazione fiscale all’interno del concordato preventivo

Questo innovativo strumento può essere inserita all’interno di un concordato preventivo o un accordo di ristrutturazione del debito. 

Vediamo quale la procedura nel caso del concordato.

Ai fini della proposta di accordo sui crediti di natura fiscale  mediante il concordato preventivo, la procedura si divide in 4 fasi che vanno dalla presentazione della domanda (con ricorso al Tribunale del luogo in cui l’impresa debitrice ha la sede principale) all’omologa del tribunale. 

Il debitore, oltre ad una voluminosa documentazione, deve presentare un piano contenente la descrizione analitica delle modalità e dei tempi di adempimento della proposta che, a sua volta, deve indicare l’utilità specificamente individuata ed economicamente valutabile che il proponente si obbliga ad assicurare a ciascun creditore.

Il piano e la documentazione devono, inoltre, essere accompagnati dalla relazione di un professionista, che attesti la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano medesimo.

Allo stesso tempo copia della domanda e della relativa documentazione deve essere presentata al competente agente della riscossione e all’ufficio competente sulla base dell’ultimo domicilio fiscale del debitore.

L’agente della riscossione, non oltre trenta giorni dalla data della presentazione, deve trasmettere al debitore una certificazione attestante l’entità del debito iscritto a ruolo scaduto o sospeso, ancorché non definitivo, per la parte non iscritta a ruolo.

Addio assenso del fisco, ora si può fare anche senza !

Il D.lgs. 118/2021 ha introdotto una novità sostanziale: l’omologa da parte del tribunale ci potrà essere anche in caso di voto contrario del Fisco!

Una vera rivoluzione perché troppo spesso il Fisco era l’ostacolo insormontabile che impediva alle aziende di vedere accettati i propri piani o accordi.

Le uniche condizioni richieste sono che:

1) l’adesione è determinante ai fini del raggiungimento delle maggioranze richieste;

2) la proposta di soddisfacimento dei crediti dell’Amministrazione (o degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie) appaia più conveniente rispetto alla liquidazione, anche sulla base delle risultanze della relazione del professionista.

Come avrai capito, la transazione fiscale è uno strumento flessibile e innovativo, in grado di chiudere un capitolo doloroso e riaprirne uno completamente nuovo. 

 

Photo cover: iStock / ogichobanov

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